Tribunale blocca la vendita di un Bored Ape NFT creando un precedente per la protezione delle risorse digitali come proprietà legale

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Il tribunale di Singapore ha emesso un'ingiunzione che impedisce la vendita o il trasferimento di un NFT di Bored Ape in seguito ad un ricorso presentato da un suo cittadino. È una delle prime volte che viene riconosciuto da un tribunale territoriale un diritto reale esercitato su un NFT virtuale.


Il tribunale di Singapore ha emesso un’ingiunzione che, di fatto, impone un “congelamento dei beni” che impedisce la vendita di un NFT della serie Bored Ape Yacht Club. La decisione rappresenta il primo caso di questo tipo e potrebbe avere delle conseguenze di grande portata per le risorse digitali in generale, ma soprattutto per gli NFT in particolare.

Il tribunale di Singapore ha anche disposto che l’ingiunzione venisse emessa tramite piattaforme di social media tra cui Twitter e la piattaforma sociale di messaggistica istantanea Discord. Un’assoluta novità anche questa.

È la prima volta che una decisione tale viene presa in Asia e, come tale, potrebbe costituire un precedente importante nell’interpretazione – e quindi tutela – di beni digitali intesi come “asset finanziari” in tutto il mondo.

La controversia

Un NFT dell’arcifamosa serie Bored Ape Yacht Club è stato oggetto di un’ingiunzione che, di fatto, ne impedisce la vendita o il trasferimento.

L’NFT era stato dato come garanzia per un prestito da parte di un cittadino di Singapore, Janesh Rajkumar, un singolo investitore molto attivo in ambito di criptovalute e asset digitali. Il prestito era in ETH per un controvalore di 103.000$.

È la prima decisione in una controversia commerciale in cui gli NFT sono riconosciuti come proprietà di valore che vale la pena proteggere. Quindi più che semplici stringhe di numeri e codici impressi su una blockchain, l’implicazione è che NFT è una risorsa digitale e le persone che ci investono hanno diritti che possono essere protetti.

ha affermato Shaun Leong, consulente legale per il caso e partner azionario di Withersworldwide

Rajkumar è un utente di NFTfi, una piattaforma comunitaria che opera come un mercato di prestito di criptovalute con NFT come garanzia. L’imputato, identificato con lo pseudonimo chefpierre.eth, è anch’esso un utente e un prestatore frequente della piattaforma, sebbene la sua identità e posizione fisica siano sconosciute – come avviene in molti casi del genere.

L’oggetto della controversia è il BAYC NFT n. 2162 definito nel deposito come “uno dei beni più preziosi del ricorrente ed è insostituibile per lui” e che pertanto “non aveva intenzione di separarsene o venderlo”. Tuttavia l’NFT è stato utilizzato come garanzia perché,”a causa della sua rarità e del suo alto valore”, poteva essere oggetto di maggiori attenzioni da parte degli utenti di NFTfi, ed ottenere prestiti di entità maggiore.

foto Tingey Injury Law Firm

Nell’ambito dell’accordo, l’NFT di Bored Ape doveva essere trattenuto da chefpierre fino a quando Rajkumar non avesse rimborsato il prestito. Nell’accordo era previsto che Rajkumar non avrebbe rinunciato alla proprietà della garanzia. Inoltre era anche scritto che se il prestito non fosse stato rimborsato entro il termine, sarebbe stata concessa una proroga.

L’accordo prevedeva inoltre che chefpierre non avrebbe mai esercitato la sua opzione di preclusione e avrebbe preso possesso della proprietà della BAYC n. 2162. Invece, se Rajkumar non fosse stato in grado di rimborsare il prestito in tempo, avrebbe informato chefpierre, che a sua volta avrebbe fornito ragionevoli dilazioni di tempo per il rimborso.

Alla scadenza dei termini previsti, Rajkumar ha chiesto un rifinanziamento del prestito dando sempre la Bored Ape come garanzia. Chefpierre si è rifiutato di svincolare la somma aggiuntiva richiesta e ha minacciato di impossessarsi dell’NFT se Rajkumar non avesse rimborsato completamente il suo prestito il 21 aprile.

il rimborso completo non è arrivato e chefpierre ha quindi spostato l’NFT sul proprio portafoglio personale e lo ha messo in vendita su OpenSea.

Il cittadino di Singapore è riuscito però nel frattempo a trovare parte dei fondi per la restituzione del prestito e ha richiesto di accettare il rimborso e di restituire l’NFT. Chefpierre si è rifiutato e quindi Il caso è arrivato in tribunale.

Importanza del caso

Questa recente sentenza contribuisce ad alimentare quello che per ora è un piccolo – ma significativo e crescente – corpus di casi di giurisprudenza “ufficiale” che interpretano gli NFT come beni capaci di rappresentar dei diritti di proprietà esecutivi, la cui natura, tuttavia, è ancora oggetto di ulteriori analisi.

Nel gennaio di quest’anno, ad esempio, l’Alta Corte di Inghilterra e Galles in Lavinia Deborah Osbourne v Persons Unknown Ozone Networks Inc. (utente che opera su Opensea) ha concesso un’ingiunzione per congelare i trasferimenti di proprietà di due NFT rubati dagli hacker dal portafoglio di criptovalute della donna. L’ingiunzione ha stabilito che gli NFT siano “proprietà legale” a tutti gli effetti, a prescindere dal contenuto che rappresentano.

Sebbene l’Alta Corte di Singapore non si sia ancora pronunciata sulle altre richieste di Rajkuma, l’ingiunzione è certamente un primo passo verso il riconoscimento dei diritti esercitati dai legittimi proprietari di NFT e costituisce un precedente per la risoluzione tramite procedure “canoniche” di controversie legate al mondo virtuale decentrato.