NFT, metaverso e il futuro della musica nel Web3

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Il metaverso potrebbe diventare un mondo - per il momento ancora inesplorato in tutte le sue potenziali implicazioni - capace di offrire nuove possibilità a musicisti, etichette e fan. Quelli che mancano, al momento, sono dei riferimenti capaci di poter dare alla musica quella spinta in più verso la partecipazione di massa che il metaverso, e ancor di più il Web3 e gli NFT, potrebbero offrire. Il collezionismo, ad esempio, ha sempre rappresentato uno stimolo formidabile per avvicinare i fan ai musicisti e gli NFT sono, indiscutibilmente, una declinazione contemporanea del collezionismo digitale.


Gli NFT potrebbero diventare la nuova frontiera della musica contemporanea. Il debutto di questa forma di collezionismo (investimento?) ha visto i suoi albori nel 2021 e ha generato, nell’anno di nascita, un movimento di 40 miliardi di dollari.

Certamente il potenziale potrebbe essere ben più alto, in considerazione del fatto che manca ancora all’appello proprio quel settore che ha fatto del collezionismo la sua arma vincente: la musica.

Il collezionismo in Musica e gli NFT

Il collezionismo in musica è una forma di passione inarrestabile che si è configurata, nel tempo, come uno dei traini maggiori che hanno tenuto legati i fan ai musicisti negli ultimi 70 anni almeno, dalla rivoluzione di Elvis Presley in poi.

In che modo, quindi, sarà possibile agli NFT basati sulla musica attingere al vasto e diversificato pubblico musicale e fornire valore e utilità reali ai fan?

Saranno I fan a guidare gli artisti verso i loro desideri?

Ci sono tanti tipo di fan musicali. Ognuno con gusti e desideri personali: chi preferisce acquistare esibizioni “rubate” ai loro idoli musicali (bootleg); chi preferisce sostenere concretamente le rarità che i loro musicisti preferiti hanno da offrire; chi, magari, preferisce ancora trovarsi a diretto contatto con i loro beniamini e seguire devotamente ogni spostamento di concerti ed apparizioni pubbliche.

foto di Clay Banks

Gli NFT potrebbero aiutare ad esaudire ogni singolo desiderio dei fan per mezzo di un’offerta variegata che di certo, per professionisti del settore, non sarebbe del tutto astruso gestire. In fondo, ora, molti musicisti dispongono di dispendiosi staff che curano profili social che hanno il solo scopo di mantenere uniti i fan, senza che possano rendere – in termini economici – in alcun altro modo.

Vantaggi concreti ed immediati

Con una gestione “oculata” del fenomeno NFT sarebbe possibile “erogare” servizi on-demand in base alle richieste dei fan, ottenendo – in cambio, rispetto alla “resa zero” dei social – un vantaggio economico non indifferente derivato dalla commercializzazione dell’NFT.

Pubblicare bonus track, remix, brani demo, prime versioni e quant’altro sia possibile reperire nel vasto repertorio delle “rarità” del musicista, diventerebbero di certo oggetto di collezionismo, di scambio e anche di guadagno (perché no, che male c’è?) da parte dei fan. Anzi, la possibilità di un potenziale guadagno nello scambio di rarità tra fan, potrebbe spingere ulteriormente in avanti uno stimolo già ampio nella direzione di supportare con maggiore convinzione il musicista preferito.

Collezionare qualcosa per poi rivenderlo a qualcun altro, ancora più fan verrebbe da dire, genererebbe un circolo “virtuoso” in cui a guadagnarci sarebbe sempre il musicista. Per ogni musicista, capire a fondo i gusti e i desideri dei fan, è il passo più difficile da compiere senza punti di riferimento.

foto Victrola Record Players

Capire quali “asset digitali” i fan si scambiano maggiormente, significa capire le motivazioni di un potenziale successo che gli NFT consentirebbero di indagare a fondo. Certamente meglio di quanto non avvenga ora solo attraverso la lente dei social che, ben sappiamo, non è depurata di odiatori seriali che nulla aggiungono al “business” del musicista.

Pass VIP ai concerti, gallerie fotografiche, partecipazioni ad eventi esclusivi e limitati, sono tutti degli scenari ampiamente praticabili e dai quali i musicisti non ne trarrebbero che un enorme vantaggio.

Pensare agli NFT come dei beni “passivi” in cui il più stupido che offre di più vince, significa non capire a fondo un fenomeno che condizionerà la vita di molti settore dell’arte e dello spettacolo nei prossimi anni.

Con gli NFT il livello di coinvolgimento sarebbe massimo

Sono molti i musicisti, anche famosi, che si lamentano della “piega” che ha preso il mercato discografico contemporaneo:

  • gli album sono pressoché solo digitali e non si vendono più perché sono i singoli ad essere maggiormente richiesti dal mercato, ma non è sempre possibile immaginare di dover sfornare una hit ogni mese, o quasi;
  • la musica non si vende quasi più (chi la compra più ormai?) perché i fruitori preferiscono utilizzare il metodo dello streaming in cui paghi un tot al mese – anche cifre relativamente basse – ed ascolti quello che vuoi;
  • I concerti hanno sempre l’incognita del pubblico: se sei un giovane musicista corri il rischio di non poter fare concerti perché non trovi abbastanza fan disposti ad acquistare i biglietti necessari a garantire lo svolgimento dell’evento live; se sei un big per muoverti hai bisogno di ingenti investimenti per portare avanti fantasmagorici baracconi – proporzionati al tuo nome – altrimenti niente, e devi trovare, sempre prima, chi investe sul tuo ugualmente fantasmagorico potenziale successo.

Molto meglio gli NFT a questo punto. Pubblichi un brano strimpellato con la chitarra e ne tiri un numero limitato di copie che vendi a prezzi accessibili. Vuoi mettere ascoltare in streaming sempre la stessa laccata versione di una canzone, oppure accaparrarti una copia di un brano esclusivo e “ruvido” del tuo musicista preferito? Tutta un’altra storia, di certo.

foto James Zwadlo

La musica del futuro sarà solo con gli NFT

Come immaginare la musica del futuro senza gli NFT? Sarebbe difficile senz’altro mezzo trarre dalla musica quello che la musica maggiormente rappresenta: la comunità e la collaborazione.

Gli NFT possono fornire accesso ad esperienze mai maturate in precedenza e dalle quali ne trarrebbe pieno vantaggio in prima il musicista stesso, ma anche i suoi collaboratori più stretti.

La musica potrebbe diventare con gli NFT quello che non è mai stato nemmeno con i social: uno spazio per condividere esperienze uniche e per trovare riscontri immediati e solidi di correlazioni e supporto.