La blockchain rappresenta un’opportunità per molti di riuscire ad assegnare valore ad un determinato processo, oppure per validare dati non modificabili. Non è astruso affermare che i campi a cui assegnare un processo di validazione tramite blockchain sono praticamente infiniti.
I periodi di crisi sono sempre stati – e sempre lo daranno – oltre che fonte di grandi preoccupazioni, anche campi di grandi opportunità.
Negli ultimi periodi, in tempi di cripto-ribassi, sono in molti a balzare sul carro degli sconfitti alla ricerca di nuove forme di espressione.
Per la musica, questi sono tempi di grandi opportunità.
Il mercato musicale è sempre stato un mercato “sui generis” per tanti fattori.
Musica: passato e presente
In passato, per realizzare un prodotto musicale – singolo o LP che fosse – c’era bisogno di un notevole dispendio di fondi. Il processo della creazione di un prodotto musicale era complicato e richiedeva l’intervento di figure professionali specializzate in qualsiasi fase della produzione.
In compenso la diffusione era relativamente ridotta, per acquistare musica bisognava recarsi fisicamente in un negozio specializzato e scegliere tra una “limitata” offerta di prodotto.
Con l’avvento della musica digitale, il processo si è completamente trasformato. La musica digitale richiede pochi investimenti – acquistare un software per la produzione musicale e un microfono sono sostanzialmente investimenti alla portata di tutti – e la distribuzione su scala mondiale può avvenire con poche decine di euro al mese.
La “semplicità” della realizzazione di prodotti musicali digitali, ha creato un surplus di offerta, alla quale si sono adattare anche le case discografiche storiche. Quando si verifica un’abbondanza di offerta – e l’abbondanza è davvero stratosferica: su Spotify ogni giorno vengono caricati 60.000 nuovi brani – la crisi è dietro l’angolo. E la crisi, che puntualmente è arrivata, ha investito tutti – belli e brutti, grandi e piccoli – perché il mondo contemporaneo della musica, è un mondo in cui contano solo i clic. E questo metro di giudizio può essere diversamente frustrante
Gli album (come venivano chiamati una volta) non si realizzano più perché il mercato vuole tutto e subito. I singoli sono l’unica forma apparentemente possibile in un mondo di streaming a pochi centesimi.
Per un periodo ho partecipato ad un progetto di produzione musicale: per ogni stream ricevevamo 0,001€. Decisamente troppo poco per pensare di riuscire a raggiungere il pareggio dei costi di produzione – che erano comunque relativamente bassi, ma non nulli – senza avere migliaia di ascolti in stream al giorno: target davvero alla portata di pochi.
Musica: futuro prossimo
Oggi con la blockchain qualcosa potrebbe cambiare in maniera drastica.
“Blockchain offre l’opportunità di ripensare un nuovo modello economico per tutto l’intrattenimento, compresa l’industria musicale.
ha affermato Mehmet Eryılmaz, CEO della società di intrattenimento Web3 Faro Company
Il vantaggio più grande che il concetto di blockchain applicato alla musica si porta dietro, è quello che il pubblico può diventare proprietario a tutti gli effetti della musica che sta vuole ascoltare.

Il pubblico con la blockchain diventa parte integrante del processo di produzione
Per la prima volta nella storia della musica, l’artista non produce più solo per sé, ma può condividere la sua “gloria” economica con i suoi fan. Così come per i fan, non c’è solo la possibilità di ricoprire il ruolo di comparse nell’ombra, ma di partecipare direttamente al processo di “diffusione e vendita” della musica degli artisti preferiti.
Conosco un tale – non mio cuggino – che per supportare una popolare cantante italiana, all’uscita di un nuovo singolo o album, compra tutte le versioni disponibili – sia digitali che fisiche – più volte. Non ho chiesto se anche ai concerti comprasse più biglietti per i suoi amici fan immaginari, perché temevo che la risposta potesse essere affermativa.
In casi del genere – che potrebbero essere più frequenti di quanto non si pensi – tutte le risorse impegnate all’acquisto, che so, di 7 singoli, 5 album e 3 LP fisici, potrebbero essere invece impegnate per l’acquisto dei diritti via NFT dei brani pubblicati.
Il vantaggio sarebbe immediato e per tutti:
- per l’artista, che può così verificare con mano la “presa” di un progetto musicale tra i fan, anche prima della produzione vera e propria del brano concluso, e ricevere un supporto immediato oltre le scarse soddisfazioni dello streaming;
- per I fan, che possono così diventare, per la prima volta nella storia della musica, protagonisti attivi e parte integrante di un successo musicale e condividerne i meriti anche – perché no? – con gratificazioni economiche, visto che i diritti via NFT possono essere rivenduti.
I diritti musicali condivisi su blockchain: cosa si sta facendo
Dequency ha lanciato la sua piattaforma di licenze musicali decentralizzate per poter eseguire delle transazioni di proprietà tra i creatori e i fan.
La piattaforma utilizza strumenti Web3 come smart contract e criptovalute per facilitare transazioni e pagamenti di licenze più efficienti. La piattaforma consente una facile licenza per i creatori di contenuti audiovisivi che necessitano di un catalogo musicale diversificato
ha affermato Keatly Haldeman, CEO di Dequency
Il progetto è basato sulla blockchain di Algorand e fornirà anche licenze on-chain per i contenuti nativi della blockchain.

SphereTrax, un progetto guidato da Sefi Carmel – un premiato compositore, sound designer, produttore e mixer che da oltre un decennio crea colonne sonore per film, TV, spot pubblicitari e giochi – ha annunciato che lancerà una piattaforma di licenza musicale basata su Bitcoin SV ( BSV ) nel corso del 2022.
La piattaforma curerà una galleria di tracce e brani che potranno essere utilizzati in film, televisione e pubblicità. Oltre a questi, il team ha affermato che le colonne sonore curate da SphereTrax possono essere implementate anche nei giochi, nella realtà virtuale (VR) e nella realtà aumentata (AR).
L’idea è quella di fornire un “supermarket” musicale accessibile e tempestivo per i bisogni di un’industria creativa che si deve muovere con rapidità e precisione, con punti di riferimento solidi a cui attingere.
Royal è una piattaforma lanciata lo scorso anno con lo scopo di supportare i progetti musicali consentendo ai fan di investire e di essere co-proprietari dei brani inseriti.
Cosa c’è all’orizzonte nella Musica
Difficile prevedere con certezza oggi quali potrebbero diventare gli “standard” del prossimo futuro in ambito musicale.
Quello che è certo è che la blockchain cambierà in maniera drastica gli “equilibri” fino ad ora raggiunti, per consentire alla Musica di entrare in un territorio nuovo, inesplorato, ma – prevedibile fin da ora – foriero di grandi novità e di grande cambiamento.
Il fermento che c’è, e che per il momento non è altro che un tenue ticchettio di tamburino, diventerà – in meno tempo che non si dica – un suono di grancassa rombante che risveglierà un mondo antiquato e antimoderno, eternamente nascosto dietro i suoi privilegi medievali.
C’è da esserne certi e ci sarà da andarne fieri.