Il fenomeno del Bored Ape Yacht Club spiegato nei dettagli (per capire meglio anche gli NFT)

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Il Bored Ape Yacht Club (BAYC) è il simbolo stesso degli NFT: da quando sono stati pubblicati, nel 2021, hanno subito un vertiginoso aumento di valore. Oggi l'NFT più economico della collezione costa 150.000$. Come mai questa collezione è stata assurta ad essere la rappresentante e l'esempio stesso delle potenzialità, non sempre espresse, degli NFT?


Il Bored Ape Yacht Club (BAYC) ovvero lo Yacht Club delle Scimmie Annoiate è una collezione di 10.000 disegni digitali in stile cartoon che sono stati pubblicati come NFT nel 2021.

Gli NFT sono dei file digitali a cui è stato associato un contratto non modificabile – da nessuno – una volta pubblicato e che costituisce il loro “certificato di autenticità”. Senza certificato non c’è nessun NFT, ma solo un file digitale come tanti altri, senza alcun valore.

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Cosa sono gli NFT?

Il conio (minting) ovvero la pubblicazione come NFT di Bored Ape Yacht Club è stato più volte citato come il punto d’inizio di quello che si potrebbe definire come il “fenomeno degli NFT”.

Gli NFT esistono da 5 anni, con alterne fortune d’interesse e commerciali, ma la “spinta” più rilevante – che ha contribuito a far diventare gli NFT un fenomeno di massa come lo sono oggi – è proprio la pubblicazione e l’ascesa di BAYC ad un successo senza precedenti.

Ma gli NFT sono carta straccia?

Molti quando parlano di NFT pensano che si tratti di “carta straccia” buona solo per attirare gli sprovveduti. È una interpretazione che alcune persone hanno dato, come tale, è confutabile da altre affermazioni maggiormente consapevoli, formulate da altre persone più o meno competenti oppure più o meno informate in materia.

Anticamente, l’azione [finanziaria] era un pezzo di carta certificato che attestava il versamento del suo valore e il possesso di una parte di tutto il capitale sociale dell’azienda. Gli acquirenti, comprando questi prodotti finanziari che apparivano come dei pezzi di carta, versavano ognuno una parte di tutto il capitale.

da Wikipedia

Quindi, lo stesso sbrigativo giudizio di “carta straccia” poteva essere dato, all’inizio della loro creazione, alle azioni finanziarie, da parte di chi era solito “investire” in altro modo. All’epoca, per chi era abituato ad acquistare ipotizzandone profitti – quello che oggi possiamo definire “investimento” – magari tramite commerci diretti o scambi fisici di monete o di metallo prezioso, pensare di investire avendone indietro solo della carta, poteva risultare essere un discorso molto riduttivo. E certamente qualcuno, più di uno – per le consuetudini d’investimento di allora – l’avrà pure pensato che le azioni finanziarie erano paragonabili alla “carta straccia”, ed espresso in maniera superficiale le sue convinzioni, come accade oggi.

Poi le azioni hanno cominciato a circolare – pure troppo – e nel 1907, 1929, 1987, 1992, 1997, 2000, 2007/08, 2020 sono improvvisamente tornate ad essere (quasi) carta straccia. E così via, a fasi alterne, le azioni finanziarie sono ora salite sugli scudi, ora precipitate nella polvere. Stesso dicasi – e pure peggio – per strumenti di altro tipo del mondo finanziario (obbligazioni, bond, sub-prime etc).

Quando si parla di “finanza” e di investimenti si parla sempre di “capitale a rischio”, cioè di capitale che una volta versato nelle competenze di qualcun altro, potrebbe non tornare più indietro. Potrebbe anche moltiplicarsi – è una possibilità – ma dietro queste opportunità “miracolose” si celano (quasi sempre) delle truffe belle e buone. È sempre più realistico pensare che da un investimento si riescano a “far tornare” indietro delle “percentuali” ridotte del capitale versato, la cui entità è variabile e non è mai garantita.

Gli NFT sono diventati popolari quando hanno fatto guadagnare molti soldi in poco tempo a chi li possedeva

Non neghiamolo. È il sogno di tutti: investire 1 per guadagnare 100, possibilmente senza fare nulla. Ma è credibile che situazioni del genere possano verificarsi sempre e comunque?

Se esiste un sistema che investendo 1 mi fa guadagnare 100, bisogna stare sempre attenti che investendo 1.000 dentro lo stesso sistema entro cui si è investito 1, poi ci si ritrovi a 0 invece che a 100.000. Il rendimento – anche con una percentuale bassa – dell’investimento effettuato non è mai un fatto matematico certo.

Investire significa sempre “rischiare”; e rischiare di più o di meno è nella natura di chi l’investimento lo fa.

Quando il BAYC ha cominciato ad essere scambiato a prezzi folli bisognava farsi una domanda molto semplice: “ma con incrementi di valore di questo tipo, per questo asset, fino a che punto si potrà arrivare?”

Nessuno ha mai potuto pensare che le Scimmie Annoiate potessero raggiungere i 1.000 dollari quando venivano scambiate a 100, ma qualcuno ha investito i suoi 100 dollari sulle scimmie ed effettivamente, dopo poco si è ritrovato magari non con 1.000$ ma con 10.000$ e forse anche 100.000$. E che probabilità c’è (ricordi? spendere 1 per guadagnare 100 è il sogno di tutti) che il giochino duri all’infinito? Ed inoltre: se il BAYC ha guadagnato così tanto perché gli altri NFT – qualsiasi essi siano – non potranno fare lo stesso?

il Bored Ape Yacht Club su OpenSea

Ora che si cominciano a fare i conti della serva perché il Bitcoin – e con sé l’Ethereum e tutte le altre criptomonete – ha trascinato giù tutta la mamma Cucuzzara, e si è tornati – in molti casi e per molti asset – ai 100 dollari di guadagno iniziale (e anche meno) sembra che la carta straccia si sia finalmente rivelata in tutta la sua flebile potenza.

Ma è davvero così?

Le scimmie annoiate sono state il primo esempio di investimento in ambito NFT

Che piaccia o no, appare ormai ovvio che il BAYC sia stato utilizzato da molti – non da tutti sia ben chiaro – per “investire” e quindi per “creare valore” di tipo finanziario. E quando c’è del valore finanziario che cresce in maniera repentina – in massima parte per la novità dello strumento – c’è, immancabilmente, della speculazione.

Anche nel mercato azionario c’è speculazione. Così come, sempre nel mercato finanziario, ci sono investimenti non speculativi che hanno il solo scopo di incrementare il capitale negli anni, un po’ alla volta, in maniera lenta e incrementale.

Come si decide di operare nel mondo della finanza, è sempre una questione personale, dettata dall’atteggiamento dell’investitore. Che poi ci siano speculatori che rischino tanto e perdano poco, è un’altra faccia della medaglia di investitori oculati che magari rischiano poco e perdono tanto.

L’investimento finanziario è un investimento, non è una previsione del futuro, anche perché la palla di vetro non ce l’ha ancora nessuno, fatta eccezione per i truffatori.

Quindi, le Scimmie Annoiate dicevamo

Tornando al Bored Ape Yacht Club – e agli NFT in generale, perché comprendere il fenomeno di BAYC segnica comprendere il fenomeno degli NFT nella sua interezza – in definitiva, è una buona o cattiva cosa?

Dal mio punto di vista, il BAYC è stata una buonissima cosa per diverse ragioni. Ne elencherò solo un paio, le più rilevanti, a mio parere.

La prima buona ragione riguarda in massima parte le sorti delle criptomonete a cui gli NFT sono collegati in maniera indissolubile. Le criptomonete sono sempre state tacciate come “investimento ad alto rischio”, vale a dire un investimento compiuto all’interno di un mercato estremamente volatile.

alcuni NFT del Bored Ape Yacht Club

Tutto il mercato delle criptomonete è legato all’andamento del Bitcoin: se il bitcoin cresce, le altre criptomonete crescono di riflesso, se cala, calano anche le altre. Solo in poche eccezionali occasioni un simile meccanismo è stato smentito. Bitcoin è il metro di paragone di tutto il mercato delle criptomonete oggi.

Gli NFT sono legati ad Ethereum, che, fino ad ora, come detto, ha legato le sorti dei suoi andamenti di cambio con il Bitcoin: se il Bitcoin cresce del 30%, Ethereum cresce del 30%, se cala idem.

Con gli NFT potrebbe darsi – le previsioni le azzeccano solo chi non le fa – che Ethereum riesca a sganciarsi dallo stretto legame con Bitcoin e costruire un andamento personale trainato proprio dall’indotto degli NFT.

La seconda buona ragione è che le scimmie annoiate sono riuscite a dare un “stabilità” ad un mercato che stabile non è. Se si acquista un NFT a 1 Ethereum=1900$, non si acquista un NFT a 1.900$, ma si acquista un NFT ad 1 Ethereum. Valga quel che valga, perché chi opera nel mondo degli NFT possiede degli Ethereum, non degli Ethereum che valgono oggi 4.000, domani anche magari 100.

Chi possiede degli Ethereum non per speculazione, possiede degli asset che sul mercato possono comprare tutta una serie di beni digitali – è di questo che si sta parlando ora, non più di speculazione – che hanno quella criptovaluta come sistema di riferimento.

Il problema si pone, eventualmente, quando bisognerà convertire gli Ethereum, che uno possiede, in dollari, perché magari è ora di pagare il gas e la luce di casa o il condominio, ma il valore delle Scimmie sarà sempre quello allineato con il mercato degli Ethereum, non con quello del cambio con il dollaro.

E allora l’NFT del primo tweet acquistato a 2,9 milioni di dollari a cui, alla rivendita, sono stati offerti al massimo poco più di 6.000$?

Quando si specula, valgono sempre le dure leggi della speculazione. Hai sufficiente pelo sullo stomaco per acquistare un asset a 2,9 milioni di dollari – senza sapere quale sia il suo effettivo prezzo di mercato – e poi, al momento di rivenderlo, devi avere lo stesso sufficiente pelo sullo stomaco per capire che, se non racimoli che poche migliaia di dollari, non è di certo colpa dello strumento, ma della maniera in cui lo hai utilizzato!

E l’investitore del primo tweet, Sina Estavi, lo sa.

il primo tweet della storia di Jack Dorsey

Se prendi un’auto e ci vai sempre a 200 all’ora, devi mettere nel conto – oltre al fatto di arrivare agli appuntamenti sempre con molto anticipo – che il giorno in cui sbandi e vai fuori strada non arriverai punto all’appuntamento e dovrai ricomprare un’altra macchina sana sana. In casi del genere, il disastro avvenuto, è colpa della macchina che poteva andare a 200 all’ora oppure di chi la macchina l’ha guidata a 200 all’ora in barba a qualsiasi considerazione di sicurezza?

Chi specula sa che alla prima sbandata c’è la possibilità di chiudere baracca e burattini. Lo sa e lo accetta perché è così che ha deciso di operare.

Delle notizie che riguardano il buon Sina Estavi, è arrivata alle cronache quella del fallimento del primo tweet, ma quante altre speculazioni Estavi ha portato a termine con successo e i milioni di dollari li ha guadagnati?

“Chi troppo in alto sal, cade sovente precipitevolissimevolmente” ripete da secoli l’adagio, e continua ancora a mantenere intatto tutto il suo esemplare, profondo significato.

Quando potrà valere il Bored Ape Yacht Club in futuro?

Domande di questo tipo sarebbero già difficili da affrontare per un vero indovino, figuriamoci per noi del settore, modesti frequentatori ed estimatori del mondo NFT.

Anche se, a mio pare il problema di “quanto varrà” non ha niente a che fare con il BAYC: varrà quello che varrà e finché ci saranno persone che riterranno quell’asset di valore, varrà ancora molto.

Del resto è lo stesso discorso che vale per le azioni. Quanto varranno le azioni Apple in futuro? Chi lo può dire!

Quanto valevano le azioni di Lehman Brothers prima del 2008? Tanto, e dopo il 2008? Nulla perché la società è fallita in seguito alla crisi dei mutui subprime!

Un fatto deve essere chiaro: se sei un investitore, o uno speculatore, e hai NFT o azioni – Apple o chiunque altro sia – di cui non sei soddisfatto, non hai altro da fare che venderle nel momento in cui il mercato non ti da più affidamento per quelle azioni.

foto di Dmitry Demidko

Non è mai una questione di prezzo. Quando si opera nel campo finanziario è sempre un problema di fiducia: quando viene meno, non resta altro da fare che vendere. Vendere e basta.

Recriminare per non aver venduto significa essere avidi o sprovveduti, e l’avidità o la sprovvedutezza, sono “qualità” che non sempre conducono a buone scelte e quindi producono buoni frutti.

Il mondo degli NFT sarà capace di riprendersi dal recente crack?

Che dire? Il mondo degli NFT ha subìto di recente un brusco ridimensionamento che non potrà che fare bene a tutto il comparto.

L’NFT andrà sempre più consolidandosi come strumento flessibile a cui assegnare valenze diverse a seconda degli àmbiti entro cui troverà la sua forma di espressione e quindi valore di esistenza.

Considerare l’NFT solo come un asset finanziario con il quale fare solo soldi è un grande errore. Gli NFT sono solo degli strumenti che possono essere utilizzati – bene o male – per i più svariati fini.

Acquistare accesso esclusivo a qualcosa, supportare l’artista che li ha creati, partecipare a comunità di appassionati: sono solo pochi elementari esempi di cosa possono essere gli NFT. E di cosa saranno.

Le Scimmie Annoiate hanno fatto la storia, ma è il caso di muovere la barca concettualmente verso altri lidi.

Quello che resta da capire, oggi, è forse di riuscire a comprendere l’esatta portata del mondo NFT, perché il sistema di valori – da quando, per fortuna, nessuno ha voluto riacquistare ad un prezzo folle il primo tweet della storia – sembra orientarsi verso un suo punto di equilibro.

Punto di equilibrio che ha sempre la storia del Bored Ape Yacht Club al suo fulcro.