Da analisi statistiche, condotte da finder.com, è risultato, intanto, che il 2,8% della popolazione americana che utilizza internet, possiede almeno un NFT. Una cifra considerevole, in relazione al fatto che gli NFT esistono da poco, e quindi, come fenomeno, siamo davanti a numeri che sono destinati a crescere nel prossimo futuro.
Sempre nello stesso sondaggio, c’è un altro dato abbastanza stupefacente, estrapolato su un campione di 28k persone provenienti da 20 nazioni nel mondo: gli USA sono al terzultimo posto per utilizzo di NFT. Ai primi posti, tanto per la cronaca, ci sone le Filippine, la Tailandia e la Malesia. L’Italia non viene mai citata.
NFT: opere d’arte oppure investimento?
Gli NFT sono opere d’arte? Oppure gli NFT sono degli investimenti? Come tali, se opere d’arte oppure investimenti, qual’è l’atteggiamento da adottare nei loro confronti?
Il dilemma rimane. Anche se l’approccio con il quale si affronta il fenomeno degli NFT è radicalmente diverso a seconda delle visioni.
Nel caso si intendano gli NFT come opere d’arte, il collezionarle implica soddisfazione nel momento del possesso.
Nel caso, invece, in cui si considerino gli NFT come investimento, la soddisfazione c’è solo nel momento in cui si genera un profitto.
Cosa dicono gli acquirenti di NFT in relazione al loro acquisto
DEXterlab ha pubblicato, il 10 Giugno scorso, i risultati di un sondaggio condotto su un campione di 1.200 persone attraverso Twitter – che è la piattaforma maggiormente utilizzata per la vendita e promozione di NFT – secondo cui oltre il 64% di coloro che acquistano NFT lo fanno per profitto.

Gli acquirenti di NFT che lo fanno per puro collezionismo sono risultati essere il 12,4%; immediatamente sotto (14,7%) a chi lo fa per adattarsi alle necessità della comunità a cui si sente di appartenere – in molti casi gli appartenenti alla comunità degli NFT si auto-definiscono “famiglia” – e bel al di sopra (8,6%) a chi ha affermato che gli NFT servono loro per accedere ai giochi e strumenti correlati.
Cosa ci dicono i sondaggi
Quindi, a dare fede alle affermazioni riportate, il miraggio di fare soldi è quello che attualmente attira acquirenti verso gli NFT. Certamente, da affermazioni che costantemente appaiono sul mainstream mediatico, sembra che quello di fare soldi con gli NFT sia la costante per cui molti cominciano ad interessarsi del fenomeno.
Da come la vedo io, poco importa il motivo per cui molti cominciano ad interessarsi di NFT, l’importante è la Community NFT cresca e che ci sia, per tutti, l’opportunità di proporre le proprie opere agli altri.
Poi se qualcuno riesce a costruirci un proficuo business sopra, ben venga, io sono tra i primi a considerarlo questo aspetto come un bene.
Attenti a non fare la fine di “quel tale” (Sina Estavi ) che avendo acquistato l’NFT del primo tweet del fondatore di Twitter – Jack Dorsey – a 48 milioni di dollari, pensava di avere in mano una fortuna. Si è prospettato, invece, di ritrovarsi in mano, al momento di volerlo rivendere sul mercato (An NFT of Twitter co-founder Jack Dorsey’s first tweet has lost almost all of its $2.9 million value), offerte che a malapena arrivavano a qualche decina di dollari.
Cose che capitano a chi investe. Cose che, invece, non capiteranno mai a chi acquista per il piacere di possedere un’opera d’arte (con tutti i limiti e le eccezioni che l’utilizzo del termine comporta quando si parla di NFT).